Storia del Cilento

Storia del Cilento
Il nome di "Cilento" deriverebbe da "cis alentum", cioè "al di là dell'Alento", così i romani nominarono il territorio compreso tra il fiume Solofrone e l'Alento.
La storia del Cilento comincia con quella delle due sue città greche: Poseidonia-Paestum ed Elea-Velia.
Poseidonia fu fondata dai coloni sibariti nel VII secolo a.C., Elea dai Focesi nel VI secolo a.c. La prima, poiché mirava ad estendere il suo dominio sul territorio dei vicini Lucani, ben presto entro in conflitto con questo popolo italico e ne fini sottomessa intorno al IV secolo a.C..
Elea, essendo dotata di un ampio porto e di una potente flotta commerciale, aveva invece una vocazione marinara e aspirava ad espandere i propri commerci sul mare, per cui ebbe migliori relazioni con le popolazioni locali e mantenne sempre la sua autonomia, almeno fino alla conquista da parte dei Romani. Probabilmente proprio questa maggiore tranquillità contribuì alla nascita nella città della Scuola Filosofica Eleatica, che ha esercitato una rilevante influenza, con Parmenide e Zenone, in particolare, nello sviluppo del pensiero filosofico occidentale.
Nel III secolo a. C. Poseidonia divenne colonia romana cambiando il suo nome in Paestum, Elea stipulò un trattato di alleanza con Roma e divenne Velia per i Romani. Durante questo periodo le due città raggiunsero il massimo splendore e floridezza economica.
Quando nel 476 cadde l'Impero Romano d'Occidente, lo splendore e la ricchezza di Paestum e Velia erano già un ricordo lontano; le popolazioni, sempre più sfiduciate sia per la natura avversa sia per le continue incursioni dei barbari, presero la via dei monti circostanti per trovarvi sicurezza e tranquillità. Questa situazione si protrasse fino al X secolo, a causa delle continue invasioni barbariche, della guerra gotico-bizantina, che si combatté sul territorio cilentano ed anche a causa dell'incapacità del potere imperiale bizantino, lontano e debole, di amministrare le popolazioni cilentane. Solo la chiesa, presente sul territorio con i suoi Vescovi, riuscì a dare un certo sollievo spirituale e una certa organizzazione alle popolazioni, costrette a difendersi costantemente dalle incursioni dei saraceni.
La decadenza di Paestum fu accentuata da un bradisismo che deviò l'alveo del fiume Salso. Tale deviazione rese in pochi anni la pianura intorno alla città malsana ed inospitale e successivamente, anche la città interna alle mura. Velia seguì una sorte quasi analoga, ma la sua decadenza fu più lenta, non essendo stata interessata da problemi ambientali come quelli che investirono la città pestana.
Nell'antichità il Cilento, a monte della fascia costiera, fu abitato dai Lucani e al tempo dei Longobardi fece parte del Gastaldato della Lucania, suddivisa nelle Contee di Capaccio, di Conza, di Corleto e del Cilento, appunto.
Della contea del Cilento s’impadronì poi il principe Guaimario. Sorse la baronia del Cilento, il cui simbolo e centro fu il Castello di Rocca, di cui restano ancora oggi le mura. La baronia passò a Torgisio II Sanseverino.
I Sanseverino, principi di Salerno, tennero il Cilento fino al 1552; la baronia fu in seguito suddivisa in piccoli feudi, che passarono a cortigiani spagnoli viventi a Napoli, i quali li amministravano per mezzi di curiali, e li facevano in ogni momento oggetto di compra-vendita, ciò che segnò la decadenza del Cilento.
Enzo Crescella

Nessun commento:

Posta un commento

IL CILENTO

IL CILENTO
Verso Casa